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Lotta alla povertà linguistica

Il Nostro Pianeta ha realizzato laboratori per la lotta alla povertà linguistica rivolti a piccoli gruppi di studenti stranieri (di solito 4-6 studenti) con competenze linguistiche omogenee, quando reso possibile dal livello degli studenti stranieri presenti nella scuola in cui si svolgeva il corso. Lo svolgimento del corso variava in base al livello di competenza linguistica dei partecipanti, al fatto se il gruppo fosse più o meno omogeneo e alle esigenze degli studenti riscontrate nelle fasi iniziali o, ancora, espresse dagli insegnanti. Perciò alcune volte il corso si è concentrato sul rinforzo della competenza scritta, altre su quella della competenza orale e comunicativa. Altre volte si sono forniti ad allievi neoarrivati i primi rudimenti della lingua italiana o, ancora, un rinforzo di specifici argomenti grammaticali. Alcuni allievi, soprattutto arabofoni, avevano grandi difficoltà nella lettura e scrittura, pur essendo in Italia a volte già da tempo, fatto che ovviamente rendeva difficoltosa la loro vita scolastica. In quest’ultimo caso ci si è concentrati sul potenziamento di questa abilità, nonostante il lavoro avrebbe avuto bisogno di molto tempo. In generale nelle lezioni sono stati usati video, letture e comprensioni e alcune tecniche di ludo didattica per facilitare e rinforzare l’apprendimento. I ragazzi hanno prodotto un giornalino

“Mi sono rimasti impressi molti dei ragazzi che hanno partecipato a questi corsi, ognuno con la sua storia, a volte raccontatami da loro, a volte percepita e magari narratami poi dai professori. Trattandosi di laboratori svolti in piccoli gruppi con ragazzi che spesso non riescono a partecipare ai lavori e alle attività della classe a causa delle difficoltà linguistiche, è avvenuto di frequente che durante le lezioni i ragazzi sentissero di poter aprirsi e raccontare cose personali anche con la poca competenza linguistica a aprirsi e raccontare cose personali anche con la poca competenza linguistica a disposizione o di essere protagonisti delle lezioni. Per fare qualche esempio, mi è rimasto impresso un ragazzino arabofono in Italia da cinque anni con grandi difficoltà a leggere e scrivere. Con lui mi sono concentrata molto su questo aspetto, ma quando doveva leggere si lamentava, nonostante durante il corso si siano visti miglioramenti. Un giorno, mentre stavamo facendo conversazione, gli ho chiesto una cosa che avrebbe desiderato ottenere e lui mi ha risposto che avrebbe voluto saper leggere bene. In un altro corso ho avuto in classe una ragazza bengalese, che però si è mostrata molto silenziosa e mi sembrava quasi timorosa. Un’insegnante mi ha poi raccontato che nel suo paese aveva subito percosse nella sua scuola e per questo aveva quest’atteggiamento. Durante il corso è rimasta silenziosa, ma ha continuato a partecipare e mi ha fatto diverse domande”.

L’operatrice che ha condotto il laboratorio

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